Tra i rifiuti che vengono definiti ‘’speciali’’ abbiamo anche tutti i veicoli dismessi e le loro parti che se messe insieme in maniera non conforme alla legge possono dare vita ad un deposito incontrollato di rifiuti pericolosi.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali, di cui si occupano delle agenzie specifiche come Nieco, è oggi essenziale per la sopravvivenza di tutti noi e soprattutto per chi verrà dopo poiché ha come principale scopo quello di tutelare la salute dell’ambiente circostante che altro non è che la nostra stessa salute.
Fatto di cronaca
Un fatto avvenuto nel 2015 ha dato vita ad un vero e proprio dibattito che ha finito per modificare le normative relative allo smaltimento di prodotti come i veicoli in disuso o altre componenti della stessa ‘’specie’’.
Il titolare di una ditta abilitata alla gestione di veicoli sequestrati, venne condannato per aver dato vita ad un deposito di rifiuti speciali pericolosi costituito da 250 autoveicoli, 150 tra motocicli e ciclo motori e, come se non fosse abbastanza, altri materiali inerti provenienti da demolizioni edilizie.
In sua difesa il titolare della ditta affermò che non fosse richiesta alcuna autorizzazione relativa alla gestione dei rifiuti dato che fosse già in possesso di quella per la gestione dei rifiuti, dando quindi per scontata la correttezza del suo agire.
Cosa stabilì la Cassazione
I giudici, dopo aver analizzato la situazione e aver accertato l’andamento dei fatti, notarono le caratteristiche dei mezzi depositati presso la struttura dell’imputato finendo per affermare che si trattasse di veicoli in disuso, alcuni dei quali incidentati, altri privi di alcune parti o delle targhe, altri ancora probabilmente si trovavano lì da anni.
Il problema principale riguardava però lo stato in cui si trovavano che aggravava la loro situazione: i mezzi risultavano abbandonati senza alcun tipo di tutela o preventivo trattamento, si trovavano infatti su un terreno privo di cura che sottoponeva i mezzi agli agenti atmosferici.
Non si trattava quindi di soli mezzi ricevuti in qualità di custode giudiziario ma egli aveva probabilmente accettato veicoli da privati finendo per rendere il luogo una discarica a cielo aperto.
A seguito di tale avvenimento la Cassazione ha ripreso in considerazione numerose leggi già in vigore ristabilendone l’importanza tra cui i rifiuti provenienti da veicoli che vanno considerati pericolosi, la necessità di attenzionarli costantemente nonostante si detenga l’autorizzazione e la necessità, prima di ogni cosa, di privarli di eventuali componenti liquide o infiammabili.