E’ innegabile che l’avvento della digitalizzazione abbia inciso pesantemente anche sull’intero settore finanziario portando, tra le altre cose, a un incremento degli strumenti d’informazione su cui poter basare una propria educazione finanziaria.
Paradossalmente, però, è proprio la grande varietà d’informazioni che se da una parte ha fortemente limitato il divario di competenze e conoscenze tra l’utente esperto e il semplice amatore, dall’altra ha favorito l’insorgenza di fonti spesso contrastanti e non del tutto affidabili.
Avere a propria disposizione una piattaforma in grado di fornire gli strumenti e l’assistenza adeguata per evitare di mettere a repentaglio la situazione finanziaria personale è assolutamente raccomandabile.
Realtà del genere esistono e una delle più accreditate è Fortissio. Si tratta essenzialmente di un broker online su cui sarà possibile effettuare attività di trading, ma non solo. In maniera del tutto nuova, grazie all’ausilio degli avanzatissimi tool, di un’assistenza precisa e puntuale e dei consigli di esperti in materia, fare trading online diventerà principalmente un’esperienza costruttiva per sé stessi.
Oltre a quanto detto, però, sul sito di Fortissio è anche possibile trovare articoli esaustivi e guide che illustrano in modo particolareggiato quelle che sono le nuove tendenze del mercato, gli eventuali rischi e gli scenari futuri.
Nello specifico, ci occupiamo ora dei mercati finanziari.
Cos’è un mercato finanziario?
Prima di addentrarci nella trattazione degli eventuali rischi connessi a tale realtà, è opportuno definire concretamente cosa s’intende per mercato finanziario.
Con questo termine s’indica un luogo in cui avvengono delle contrattazioni o degli scambi di strumenti finanziari pensati per un’ottica generalmente rivolta al medio-lungo periodo.
E’ pleonastico dire che esistono diverse tipologie di mercati finanziari, ciascuno dei quali con i propri obiettivi e i propri modi di esplicarsi.
Tipologia di rischi
Così come sono molte le tipologie di mercati finanziari esistenti, altrettanto numerosi sono i rischi connessi a ogni specifica realtà.
Le variabili che sono in grado d’impattare negativamente su interi settori o industrie non necessariamente si ripercuotono con la medesima violenza su un mercato di diversa natura e questo è un fattore assolutamente imprescindibile da dover considerare.
Generalmente si tende a delineare due specifici tipi di rischio: quello sistemico e quello non sistemico.
Il primo tende a verificarsi in grandi realtà finanziarie che proprio in virtù della loro posizione dominante creano un effetto a cascata andando a intaccare negativamente e pesantemente l’intero settore a cui appartengono; il secondo, invece, si attua quando le eventuali conseguenze negative si rivalgono non sul settore di appartenenza, ma sulla singola realtà aziendale.
Fattori di rischio
Esistono dei fattori di rischio solitamente ricorrenti che indipendentemente dalla tipologia del mercato possono provocare conseguenze avverse e sono: la volatilità, il rischio di controparte, il rischio d’insolenza e quello di tasso d’interesse.
La volatilità è forse la variabile maggiormente conosciuta anche dai non addetti ai lavori e può essere delineata come la velocità di variazione del prezzo di un determinato asset.
La caratteristica principale è quella di non essere direzionale, cioè può subire mutamenti sia verso il basso sia verso l’alto in uguale misura.
E’ ovvio come un asset in possesso di un indice di volatilità particolarmente alto comporta anche dei rischi corrispondenti e intrinsechi che bisogna considerare prima di effettuare l’investimento. Asset con alta volatilità non sono generalmente realtà alle quali può approcciarsi autonomamente l’utente meno esperto in quanto il rischio di profonde ricadute economiche è decisamente alto.
Il rischio di controparte, come suggerisce il nome stesso, è quello preesistente in ogni tipologia di accordo in cui una delle due parti in causa possa risultare inadempiente nei confronti dell’altra.
Si tratta di una tipologia di rischio notevolmente trasversale in quanto può presentarsi qualunque sia il mercato o il settore preso in considerazione.
Il rischio d’insolvenza è una di quelle tipologie che tende ad attuarsi in specifici mercati finanziari, precisamente in quelli obbligazionari.
E’ quel rischio in cui il beneficiario di un prestito possa essere inadempiente nel restituire la somma pattuita al prestatore.
Come quasi sempre accade in questi casi, a un incremento del tasso d’insolvenza corrisponde un maggiore tasso d’interessi.
Infine, il rischio di tasso d’interesse è quello che gli investitori possono sperimentare, insieme alle conseguenti perdite, laddove il mercato faccia registrare un’improvvisa impennata dei tassi d’interesse.
Quest’ultimo tipo di rischio va profondamente attenzionato nei mercati finanziari riguardanti le obbligazioni, dal momento che queste tendono a ridurre il prezzo proprio quando i tassi si apprestano ad aumentare.
Gli scenari futuri
Diversi studi prospettici, esaminando la situazione economica e finanziaria attuale e disegnando scenari futuri, hanno messo in allarme investitori e consumatori delineando la presenza di fattori di rischio che potrebbero seriamente compromettere i mercati finanziari globali.
Uno delle variabili di cui tener necessariamente conto è quella derivante dalla constatazione di una ripresa economica ancora lontana.
La pandemia di Covid-19 ha influito direttamente e negativamente su molti settori rallentano le possibilità di crescita e le opportunità di ripartenza, cose che hanno reso i mercati finanziari irrequieti e poco stabili nel breve-medio termine.
Un altro fattore di rischio è quello dell’aumento dell’inflazione con tutto ciò che ne consegue se si prende in considerazione l’attuale momento storico.
All’incremento dell’inflazione, infatti, si accompagnano dei rendimenti che sinora sono risultati particolarmente bassi e di gran lunga al di sotto della media.
La situazione geopolitica mondiale è un’altra di quelle componenti capaci d’influenzare negativamente l’intero settore finanziario.
Una ripresa economica solida e progressiva non può fare a meno di una granitica fermezza politica evitando che tensioni commerciali in atto, come quella tra USA e Cina, o tensioni politiche, come quelle del Medio Oriente, siano responsabili di un aumento del rischio di volatilità.
Infine, come ultimo fattore di rischio si può certamente annoverare quello relativo alle errate valutazioni positive attribuite ai mercati.
Una valutazione non posata e ragionata, infatti, potrebbe scontrarsi duramente con una realtà dei fatti non così rosea provocando una correzione di base che può deprimere i mercati e con essi la ripresa.