Diventare dirigente della PA, dalla formazione ai concorsi: cosa sapere

Diventare dirigente nella Pubblica Amministrazione (PA) rappresenta un traguardo ambizioso che richiede un percorso formativo solido, accompagnato da anni di esperienza nel settore e reso possibile solo dal superamento di concorsi pubblici altamente selettivi. Si tratta di paletti che non possono in alcun modo essere bypassati considerando che la figura del dirigente pubblico assume un ruolo strategico nella gestione e nell'attuazione delle politiche amministrative, contribuendo all'efficienza e alla trasparenza delle istituzioni. 

Partendo però dall’inizio, il focus non può che essere rivolto al percorso formativo. Per aspirare a una posizione dirigenziale nella PA, è necessario possedere una laurea magistrale o specialistica in discipline rilevanti per l’amministrazione pubblica. Tra i percorsi di studio più indicati si trovano giurisprudenza, scienze politiche, economia e management, ingegneria gestionale e scienze dell'amministrazione

Questi percorsi di laurea forniscono competenze in diritto amministrativo, economia pubblica, gestione delle risorse umane e organizzazione della PA, essenziali per affrontare le sfide della dirigenza pubblica. Oltre alla laurea, può risultare utile conseguire corsi di specializzazione e approfondimenti legati all’ambito in cui si vorrebbe operare. Ad esempio con un master in diritto amministrativo o in gestione delle risorse pubbliche si ha la possibilità di approfondire conoscenze specifiche e aumentare le possibilità di successo nei concorsi.

Una volta chiarito l’aspetto relativo alla formazione accademica, l’accesso alla dirigenza della PA avviene principalmente attraverso due canali. Da un lato si hanno i concorsi pubblici per la dirigenza, destinati a candidati con requisiti di esperienza e titoli di studio adeguati. Dall’altro lato si ha invece quelli dedicati alla progressione di carriera interna. Si tratta di un percorso riservato a funzionari pubblici già in servizio che, tramite selezioni interne, possono accedere ai ruoli dirigenziali.

I concorsi pubblici sono regolati dal Decreto Legislativo n. 165/2001 e prevedono un iter selettivo molto competitivo. Per partecipare ai concorsi per la dirigenza nella PA, è generalmente richiesto il possesso di una laurea magistrale o specialistica, esperienza lavorativa pregressa (generalmente almeno cinque anni) in posizioni di responsabilità nella PA o nel settore privato e infine superamento di prove selettive, che includono test scritti, orali e valutazione generale dei titoli sottoposti alla commissione esaminatrice.

Le prove scritte vertono solitamente su diritto amministrativo, contabilità pubblica, economia e gestione delle risorse umane. Gli esami orali approfondiscono questi temi e includono la valutazione delle competenze trasversali del candidato, come la leadership e la capacità di problem-solving. In alcuni casi, le selezioni prevedono anche prove pratiche e valutazioni psico-attitudinali per verificare le capacità gestionali e decisionali del candidato, ma molto dipende dal settore in cui si vorrebbe lavorare. 

Un canale privilegiato per l’accesso alla carriera dirigenziale è rappresentato dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), istituzione che forma i futuri dirigenti pubblici attraverso corsi e concorsi specifici e che ha recentemente inaugurato un nuovo polo a Bari, oltre a quelli già esistenti a Caserta e Roma. L’ammissione alla SNA avviene tramite un concorso pubblico particolarmente selettivo, riservato a laureati di alto profilo. I candidati ammessi seguono un percorso formativo intensivo, al termine del quale vengono inseriti nella dirigenza dello Stato.

Lasciando però da parte per un momento quelle che possono essere le legittime competenze richieste per lavoratori di questo tipo, occorre aver presente che oltre alle competenze tecniche, un dirigente pubblico deve possedere capacità trasversali fondamentali. Si può senza dubbio menzionare la leadership e la gestione del personale, ma anche la capacità di problem-solving, a cui fa seguito quella di decision-making. Si aggiungono, inoltre, competenze digitali oltre che l’abilità di negoziazione e gestione delle risorse pubbliche, qualità molto importante per lavorare in questo settore. Queste qualità sono considerate indispensabili per affrontare le sfide della modernizzazione della Pubblica Amministrazione e garantire un servizio efficiente e trasparente ai cittadini.